giovedì 25 dicembre 2008

SUOR DOLORES

Suor Dolores



Ogni volta che guardo un suo quadro appeso sulla parete della mia casa, mi ricordo di lei, della piccola suora con la passione per l’arte pittorica, Suor Dolores. Se oggi dovessi ricostruire alcuni momenti della mia storia personale, soprattutto quella riguardante il periodo di tempo che va dai miei quaranta ai cinquanta anni, non c’è personaggio che possa avermi influenzato più di lei, escludendo naturalmente i miei familiari più stretti.
Nella stanzetta, da lei chiamata bugigattolo, in cui trascorreva buona parte del suo tempo, Suor Dolores dirigeva le sue attività caritatevoli e riceveva chiunque avesse avuto bisogno di consigli, di frasi gentili, di parole affettuose. Tutta la sua persona mostrava a grandi linee che Cristo era al centro di quel frammento di storia e di mondo in cui si trovava collocata.
Dipingeva, pregava, ascoltava e si occupava dei problemi di chi aveva bisogno, soprattutto degli extracomunitari.
Erano tempi in cui erano ancora pochi gli extracomunitari che approdavano nella nostra città e la gente mostrava molta diffidenza nei loro riguardi. Solo le suore del Sacro Cuore, a cui apparteneva Suor Dolores, erano disponibili all’ascolto e riuscivano anche a dare un aiuto concreto di cibo e la possibilità di usufruire, per brevi periodi, di una stanzetta indipendente che apparteneva alla struttura del monastero.
Suor Dolores era l’artefice di tutte le opere di carità che potevano essere fatte in quel dato momento storico.
Telefonava a casa mia in qualsiasi momento, sicura che l’avremmo aiutata a risolvere i problemi che ci sottoponeva di volta in volta.
Una volta ci chiamò a tarda sera per dirci che aveva visto due ragazzi dormire su cartoni accanto alla porta del monastero.
Occorreva intervenire subito- ci disse- perchè come cristiani non potevamo permettere una cosa del genere.
Mio marito la tranquillizzò e le disse che sarebbe andato a verificare la cosa. Si trattava di due giovani marocchini, Omar e Driss, clandestini e senza dimora. Furono sistemati alla meglio e la preoccupazione di suor Dolores diventò anche la nostra.
E che dire di quella famiglia di nomadi slavi , con quattro piccoli bambini, che vagabondavano per le strade di Mazara?
Non c’è tempo da perdere,- ci disse Suor Dolores- dobbiamo dare un tetto a questa famiglia. E così , dietro i suoi consigli,insieme ad alcune famiglie della città cominciammo a dare il via agli aiuti, alla ricerca di un posto dove farli dormire, ai vestiti per i bambini, al cibo ed a tutto ciò che ritenevamo necessario.
Suor Dolores voleva il nostro aiuto , ci diceva spesso che Cristo è nel povero, in quella umanità sofferente di cui la piccola suora non riusciva a disinteressarsi. Il libro che la ispirava di più in tutte le sue azioni era “ L’imitazione di Cristo”, di cui volle regalarmi una copia con dedica.
Mi diceva spesso: ”La Provvidenza di Dio si serve anche di te. Rimetti tranquillamente a Lui quanto non riesci a comprendere. Iddio non ti inganna. “
E, nei momenti di difficoltà, mi ripeteva: “Ricordati che il nostro Padre sa di cosa abbiamo bisogno, Egli non abbandona mai i suoi figli. Rifletti piuttosto sulle cose buone che Dio ha voluto donarti e non lasciarti abbattere mai troppo dalle circostanze della vita perché spesso quello che per lungo tempo non ha concesso, Dio lo concede in un breve istante.”
Per me era diventata una bella consuetudine quella di recarmi a salutare Suor Dolores ogni volta che mi ritrovavo con del tempo libero. Mi faceva accomodare nel suo stanzino, mi mostrava gli ultimi lavori di pittura,”scarabocchi” li definiva , poi chiedeva notizie dei miei figli e sempre riusciva a dirmi qualcosa di buono da custodire gelosamente nel cuore.
Mi parlava anche della sua vocazione, della sua dedizione alla Madonna e mi regalava le sue piccole cose, santini, giornali e riviste che conservava apposta per me, con le frasi più incisive segnate bene a matita.
Purtroppo, con l’età, anche di suor Dolores s’impadronì quel terribile mostro chiamato Alzheimer .
Cominciò a dimenticare avvenimenti e persone e, coricata nel suo letto con il rosario fra le mani, mi chiamava “signora” e sosteneva di non conoscermi.
A distanza di qualche anno dalla sua morte , conservo ancora in me i suoi insegnamenti e , affrontando le difficoltà della vita, mi capita spesso di pensare:cosa mi direbbe in questo momento Suor Dolores ?


Mariagrazia Vitale

2 commenti:

Ilaria ha detto...

Mi piacerebbe sapere se sta parlando di Suor Dolores Centrone...

Maria Grazia Vitale ha detto...

Si tratta di suor Dolores Barbera.