martedì 22 gennaio 2013

la casa

Come vivevano i nostri concittadini? Che tipo di case abitavano? I pescatori che negli anni cinquanta vivevano ancora in gran parte nel centro storico erano molto poveri, come ci racconta un corsista. La mia casa era al primo piano nella piazzetta di San Francesco e mio padre, che faceva il calzolaio, lu scarparu, aveva la sua bottega nel pianoterra della casa. Da una finestra avevo modo di osservare la vita di alcune famiglie di pescatori che vivevano all’interno di un cortile, proprio di fronte alla chiesa di San Francesco. E’ strano per noi pensare che una famiglia potesse adattarsi a vivere in una sola stanza, ma allora la gente era abituata a vivere in modo molto precario e accettava le scomodità con rassegnazione. Una latrina scoperta e un pozzo con accanto la pila erano utilizzati dagli abitanti del piccolo cortile ; le loro abitazioni erano molto piccole, addirittura con una sola stanza . Lì si svolgeva la vita quotidiana e si trovava tutto quello che poteva servire all’intera famiglia. Di solito, dietro la porta, posto su un tavolino, c’era il fornello a petrolio, primus; pentole e attrezzi da cucina erano conservati in una cassa di legno. Di fronte a questo improvvisato angolo di cottura era piazzato il letto matrimoniale che, a volte, era riparato da una tenda. Il letto era fatto con tavole poggiate su due o quattro cavalletti di ferro, detti trispi. Una corda stesa in un angolo della stanza serviva per appendere i vestiti, mentre in un altro angolo era sistemata la naca, una culla sospesa sul letto matrimoniale con una corda più sottile e penzolante che consentiva alla madre di cullare comodamente il neonato. Genitori e figli dormivano tutti nello stesso letto, soprattutto quando il padre andava a pescare la notte; quando il pescatore non andava a lavorare, si ricavavano altri letti in modo molto semplice, mettendo insieme sedie e tavole di legno. Nell’unica stanza abitata si poteva anche ricavare un soppalco da raggiungere con una scaletta di legno dove fare dormire i maschietti. In questo tipo di case mancava completamente il gabinetto e la donna di casa s’industriava a svuotare i recipienti, rinali, nella latrina comune del cortile. Davanti al pozzo e alla pila per lavare, comuni a più famiglie ,le donne a volte litigavano e si rompevano le quartare sulla testa.(ANGELO VERDE)

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